Lo sviluppo e le modifiche delle modalità di concepire e praticare la fruizione televisiva ha portato, lodevolmente, Auditel ad attivare a sua volta nuove e più raffinate metriche di rilevazione del consumo di televisione. Con il “non riconosciuto” l’attenzione si sposta dalla televisione al televisore, ai televisori, apparecchi utilizzati per andare oltre la programmazione strutturata. Televisori connessi ad Internet, ma non solo ad Internet, anche a decoder, consolle, lettori multimediali, set-top-box con o senza tuner, personal computer, set-top-box con la sola possibilità di usare il protocollo Internet. Tutti pezzi individuabili da Auditel e separati nella produzione e nelle elaborazioni degli ascolti. Separati, ma non riconducibili a fornitori di contenuti, a singoli editori, ad OTT, contenuti spesso nemmeno individuabili, come nel caso di lettori multimediali o computer.
Conoscere cosa passa sui televisori accesi di casa, quando non passano contenuti di broadcaster noti e monitorati. In attesa che tra questi arrivino Netflix, PrimeVideo, Disney+ ed altri plus. Un ingresso desiderato anche dall’Agcom, con alcuni broadcaster OTT ormai convinti all’inevitabilità del sottoporsi a monitoraggi d’ascolto, tanto più che hanno iniziato a ricorrere al mercato pubblicitario, mentre alcuni editori conservatori sono refrattari ché vorrebbero confinare le OTT altrove, lontano da Auditel.
Prime rilevazioni
Auditel misura la visione qualsiasi cosa trasmetta il televisore, separa quel che trasmettono antichi broadcaster con quanto emesso da altri e nomina queste ultime trasmissioni in un insieme “non riconosciuto”. I valori d’ascolto dati del non riconosciuto sono elaborabili dal maggio 2022.
Si sa che non tutta l’offerta televisiva arriva attraverso l’apparecchio televisivo, i device riceventi sono tanti e Auditel misura anche la visione da smartphone, tablet e pc, la cosiddetta “Total audience” profilata per sesso ed età, di questa ci occuperemo in un’altra occasione, qui e adesso analizziamo i valori del non riconosciuto.
Nel primo trimestre di questo 2023 (1° gennaio-31 marzo) l’ascolto medio del giorno medio del non riconosciuto è di 1,9 milioni di persone.
Considerando cento la somma (Tv screen) dell’ascolto di tutti i broadcaster monitorati, ascolto riconosciuto, e dell’ascolto non riconosciuto, quest’ultimo pesa per il 17,3 percento del totale. Il non riconosciuto vale il 20,9 % del riconosciuto, ovvero di tutti i broadcaster monitorati da Auditel.
L’età media di chi segue i broadcaster noti (Rai; Mediaset; Sky; Discovery; Viacom; Cairo comm. etc. è di 60 anni tondi; l’età media di chi usa il televisore per intrattenersi con il resto del mondo è di 41 anni.
In prima serata la somma degli ascolti “Tv screen” vale 25milioni, di questi 4,3 milioni sono sintonizzati su altro rispetto alle offerte dei broadcaster tradizionali, Rai, Mediaset, La7, Sky, Discovery ed altri. L’età media dei 4,3 milioni in osservazione del non riconosciuto è di 41 anni, come nell’arco dell’intera giornata; l’età media delle persone sintonizzate sulla tv definita per convenzione “tradizionale” è di 58 anni, due anni più bassa del giorno medio e diciassette anni più alta dell’altro. Non essendo però possibile separare il non riconosciuto per editore e contenuto va detto che fanno parte di questo insieme anche le offerte di Rai, Mediaset Infinity+, Sky Now Tv e di altri editori monitorati dotati di app e siti web con offerta differenziata dallo streaming.
Tendenza si, tendenza no
Per quanto si possa considerare di “tendenza” la visione del nuovo che avanza, rimane di grande rilievo l’ascolto dell’offerta tradizionale, che in prime time può contare su 20,8 milioni di persone nella media di questo primo trimestre 2023. Ad utilizzare il televisore anche per intrattenersi fuori dal linear televisivo sono comunque gran parte della popolazione, riferiamo di 56,1 milioni di individui su 57,6 di popolazione che hanno utilizzato il televisore fuori dagli schemi. Quindi sono in gran parte gli stessi che ne seguono la programmazione così come viene loro offerta. Allora non c’è tutto questo smodato interesse come divulgato dai media. Forse per tendenza si intende che il non riconosciuto è più frequentato da giovani di quanto non sia il resto, ma nulla di più, ancora.
Fasce giorni, mesi, trimestri
L’anteprima del Report dello Studio Frasi per TvMediaWeb affronta anche l’ascolto delle fasce orarie standard Auditel™. La prima considerazione riguarda la gerarchia degli ascolti durante l’arco della giornata, è identica. Le due modalità non differiscono in nulla, in testa per consumo e visioni sono prime time ed early fringe e in coda la prima mattina (07-09).
Il peso della nuova modalità di uso del televisore presenta qualche differenza, in prima serata il non riconosciuto vale il 20,6% del riconosciuto, ma è del 25,6% nel primo pomeriggio e di appena il 12,7% al mattino.
Auditel separa gli ascolti in base alle attrezzature collegate al televisore, smart tv; set-top-box IP con e senza tuner; set-top-box solo con IP; game consolle; computer; lettori multimediali esterni.
La maggior parte dell’ascolto non riconosciuto arriva dalle Smart tv sia nelle media della giornata (593.278) che nelle due ore di prime time (1.418.325). L’ascolto dei possessori di Smart tv sulla tv tradizionale è di 6,3 milioni in prima serata. Anche in questo caso chi ha questo tipo di televisori connessi preferisce di molto seguire l’offerta lineare. Sono trenta milioni (29.971.113) i possessori di smart tv che dedicano almeno un minuto a visioni non riconosciute, ma alla fine del trimestre i minuti sono in media 106 al giorno; sulla solita tv i minuti sono 229.
Tempo non riconosciuto
Il tempo medio dedicato nel primo trimestre del 2023 a seguire o interagire da un televisore con il non riconosciuto è di 103 minuti. Chi tra decoder e apparecchiature varie cattura più tempo nella visione da televisore è il computer, usato per 126 minuti quando collegato al televisore. La game consolle collegata al televisore di casa è utilizzata per 124 minuti al giorno e il set-top-box con il solo protocollo Internet rimane connesso per 113 minuti. Se in quest’ultimo caso si può ipotizzare un uso soprattutto televisivo, non si può dire altrettanto per X-box o Playstation e per i Pc.
Il televisore ha dunque ampliato il proprio ruolo e partecipa all’abbuffata voyeristica delle imprese che ci guardano. Da finestra sul mondo a cornice dove si muovono immagini riflesse prodotte in un altrove stupido e cattivo, un turbinio costante che non lascia il tempo di riflettere oltre il consumo. Del resto, finestra il televisore non è mai stato se non nelle citazioni di sociologi distratti e operatori interessati, come ben scritto da Vilém Flusser (La cultura dei media).
Oltre all’identica gerarchia nelle diverse fasce orarie della giornata, riconosciuto e non rispettano lo stesso ordine nei giorni della settimana. La domenica, è questo il giorno in cui il televisore sta acceso per più tempo, qualsiasi faccenda si guardi. Sabato è il secondo giorno della settimana per visione da televisore. Tra il giorno con il consumo più basso e la domenica, la differenza di tempo dedicato ad un televisore acceso è molto simile venti minuti al giorno in più per i tradizionalisti e diciotto minuti per i vagabondi dell’intrattenimento.
Tra maggio 2022 e marzo 2023 il mese con il più alto numero di spettatori è gennaio per i vagabondi e febbraio per tutti gli altri, l’irresistibile combinazione Inverno-Festival rende il mese più corto quello con ascolti e contatti più alti.
In estrema sintesi l’insieme nominato “Non riconosciuto” che include editori che non vogliono farsi rilevare, decoder di ogni tipo, computer game console e persino lettori multimediali vale il 17% di tutto qual che arriva su un televisore di casa, è molto o poco? Di certo è meno di quanto la grancassa mediale rileva. Non è molto e non è poco soprattutto adesso che la battaglia concorrenziale si sposta dal tempo dei pubblici al denaro delle aziende che investono in pubblicità.