Ho scritto un libro su Mario Draghi nel periodo circoscritto in cui ha rivestito il ruolo di Presidente del Consiglio, dal febbraio 2021 alla fine dell’estate del 2022. Titolo, La meteora?, sottotitolo, L’anomalia di un’immagine , che spiega l’oggetto e l’intenzione.
Un’immagine anomala quella di Draghi , per diversi motivi, perché estranea al circuito dominante della politica nazionale, non essendo lui espresso da un partito, priva di una collocazione nel Parlamento, autorizzata e investita di un potere direttamente dal Presidente della Repubblica Mattarella, sostenuta da una maggioranza larghissima, se si escludono Fratelli d’Italia e alcuni esponenti della sinistra.
Si esamina, in particolare,il profilo di “tecnico” con cui Mario Draghi diventa Presidente del consiglio.
Il librodiscute di questa connotazione partendo dal presupposto che nessuna tecnicalità possa comunque essere priva di un contenuto politico, nel merito, perché qualunque sia la decisione, incide in ogni caso sull’assetto economico e sociale di una società e, a monte, perché un “tecnico” inevitabilmente ha punti di riferimento teorici e scientifici.
Semmai, da questo punto di vista,un connotato decisivo che si rileva in Draghi è il pragmatismo, e cioè la capacità di operare razionalmente nelle circostanze date e di trovare via via soluzioni le più adeguate possibili, al punto che si è parlato di “metodo Draghi”. Una caratteristica che si riverbera sull’immagine, nel modo di ragionare, parlare, relazionarsi e affrontare un problema.
Questo tratto è tanto più significativo alla luce delle circostanze della nomina di Draghi, voglio dire di un ex Presidentedella BCE che entra a Palazzo Chigi per governare una triplice emergenza: il Covid, l’incapacità dei partiti di costituire una maggioranza e l’urgenza di chiudere il PNRR.
Il libro sottolinea in questo senso l’anomalia di un’apparizione: Draghi si affaccia sulla scena politica nazionale come il Salvatore, Protagonista di una missione salvifica che gli vale un consenso larghissimo.
Attraverso l’analisi delle sue uscite pubbliche e delle conferenze stampa, si salda questo ragionamento sull’immagine alle modalità con cui si è presentato pubblicamente , al suo modo di costruire un discorso e di accompagnarlo con uno stile fortemente personale, anche nell’interlocuzione. Non dimenticando il silenzio iniziale e l’indifferenza per i social, segno di una cultura tutta ancora novecentesca e come tale refrattaria all’interazione web e al clamore deò circo mediatico.
Draghi esibisce i tratti di un understatement, un distacco elegante e con elementi ironici, persino “aristocratici”, che conferma la sua condizione di primusinter pares nella compagine di governo , come tale preoccupato di restare al di sopra del tradizionale e rissoso agone della politica e dunque di mantenere una distanza che proteggain un circuito virtuoso di distanza-autorevolezza.
La sua comunicazione è strutturalmente super partes , è ciò che gli dà forza e al tempo stesso decide del suo cammino, quando il ritorno del rimosso e cioè della iniziativa autonoma dai partiti che compongono la sua maggioranza, lo renderà bersaglio di alcuni dei componenti, in particolare dei Cinque Stelle e della Lega.
A quel punto, nonostante gli sforzi, il suo tentativo di mantenere quella posizione “superiore” verrà minato alla radice e porterà alla conclusione del governo. Su cui influiranno molto due vicende, la prima legata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’altra all’elezione del Presidente della Repubblica. Entrambe con l’effetto di dividere il fronte della maggioranza di unità nazionale.
Ho detto di un’anomalia della sua immagine, Draghi è anomalo per provenienza, cultura, formazione e stile, tuttavia il suo arrivo ha dei precedenti perché non è la prima volta che per dare stabilità al governo del paese si ricorra a protagonisti esterni, tecnicicome Mario Monti o a maggioranze costruite dall’alchimia del Presidente della Repubblica, situazione che di per sé non è incompatibile con la Costituzione e che però non passa per la ratifica elettorale.
Il libro avanza l’ipotesi che questa immagine “eccezionale” sia legata ad un cortocircuito del sistema democratico , che sia cioè la spia di un malfunzionamento di cui si deve prendere atto, così come si deve cogliere anche l’originale particolarità dei tratti con cui Draghi svolge il suo incarico.
Si sottolinea in questo senso sia la Competenza, in un tempo in cui molte sono le tentazioni per svincolare la rappresentanza dal background di una conoscenza, e l’ispirazione repubblicana e dunque il punto di vista che si assume di un interesse generale che riguarda la totalità dei cittadini. Non a caso nel corso delle ministero Draghi si rivolgerà sempre più spesso agli Italiani come fonte di legittimazione del suo operato, quasi a voler esorcizzare la pressione crescente che i partiti esercitano sul governo.
A conferma di quanto profondo sia il legame strutturale della vicenda Draghi con il cammino della Repubblica e la tortuosa fase di passaggio degli ultimi anni , si ricordano anche le polemiche che lo investono e lo attaccano per il rischio di uno stato d’eccezione che finisca per sospendere l’ordine costituzionale e inauguri una nuova stagione nel governo del paese.
Polemiche spesso strumentali ma anche indicative di un’anomalia non contingente, che semmai con lui raggiunge un punto estremo di fibrillazione .
Su questo sfondo il discorso sull’immagine diventa anche un discorso sulla politica , sul modo cioè in cui un’immagine oggi rappresenti un differenziale decisivo nella vicenda di una politica sempre più personalizzata e leaderistica.L’immagine è un’interfaccia tra l’arte di governo e il consenso, con tutte le ambiguità che questo comporta e che il libro approfondisce ricollegandole anche alla formazione gesuitica di Draghi e al connotato inevitabilmente machiavellico che il potere, l’esercizio del potere, porta con sé .
Due numi popolari, Ignazio e Niccolò, che sembrano stagliarsi alle spalle del Protagonista. Perché anche di questo si tratta, di un Personaggio che in questo senso viene analizzato nella sua funzione di perno attanziale all’interno di una storia , quindi di una vera e propria narrazione che prevede gli Aiutanti e gli Antagonisti, e si articola in fasi che ne cadenzano lo sviluppo.
Infine una considerazione sul titolo. La meteora?
Niente più di una metafora per dire di un’apparizione luminosa che poi va a consumare il suo bagliore fino a spegnersi.
Sì, Draghi sembra essere stato una meteora nel cielo contrastato della politica italiana e, tuttavia, il punto interrogativo riguarda il dubbio se sia stata un’esperienza conclusa o invece per tanti versi indicativa di un futuro possibile.