Lunedì 5 giugno. La settimana inizia con una dimenticanza e una precisazione. Giovedì scorso abbiamo citato l’Ordine di Servizio RAI n. 195 ma ci era sfuggito quello precedente, il 194 delle ore 12.50 dove si legge “…ricollocazione della Direzione Canone, Beni Artistici ed Accordi Istituzionali a riporto del Direttore Generale Corporate” . Cioè, in altre parole, intendiamo che il “nuovo” DG Giampaolo Rossi si occuperà direttamente dei due dossier più rilevanti sul futuro della RAI: il canone e il Contratto di Servizio e collegato Piano industriale (che si presume possano essere ricompresi negli “Accordi Istituzionali”). Non è cosa da poco e illumina bene le relazioni che potranno intercorrere tra AD e DG sui dossier strategici.
Oggi La Stampa pubblica un lungo articolo, a firma Federico Capurso, con il titolo “La battaglia del canone. La Lega vorrebbe abolirlo, Fratelli d’Italia no e lamenta che si tratta del più basso d’Europa e Forza Italia considera la posizione di Salvini come un attacco alle aziende di Berlusconi”. Sintesi: “Il Carroccio si è affrettato ad ammonire Rossi: «Ribadiamo l’impegno di ridurre, fino all’obiettivo di azzerare, il canone Rai che oggi è a spese degli italiani». Punto. Il governo, dunque, ha preso questa decisione? Neanche per sogno. Dalle parti di Forza Italia e Fratelli d’Italia, il progetto leghista riceve una bocciatura piena: «Non è nel programma. Il canone non verrà abolito”. Punto lo mettiamo noi ma solo per andare a capo in attesa delle prossime puntate.
Martedì 6 giugno: la solita benissimo informata Sara Bennewitz sulle colonne di Repubblica torna con il tormentone dell’estate (è dal 2016 che se ne parla) ovvero il futuro delle torri di RAI Way e titola: “Rai e Mediaset. Torna l’ipotesi di fusione tra le torri”. Sintesi: “Oltre a creare nuove sinergie di costo, la fusione permetterebbe anche di liberare risorse sia a favore della Rai, che resterebbe l’azionista di riferimento del nuovo colosso , che della stessa Mediaset, ora Mfe, che più volte ha detto di voler valorizzare la sua partecipazione del 40% di Ei Towers (il 60% è in mano al fondo F2i a sua volta è partecipato da Cdp)”. Rimane irrisolto il problema dell’azionista di riferimento laddove non sembra affatto chiaro che RAI possa essere l’azionista di riferimento: Giorgetti, a suo tempo, è stato chiaro seppure non ha chiarito i termini. E poi, nelle determinate condizioni, la vendita di RAI Way a chi conviene? Intanto certamente agli azionisti che, nel giro di pochi minuti, guadagnano circa il 4%.
• Si sono riunite le Commissioni VII (Cultura, Scienza e Istruzione) e IX (Trasporti, poste e telecomunicazioni) della Camera dove è stato affrontata la bozza di regolamento dell’EMFA (European Media Freedom Act) dove è stato pure audito il segretario dell’USIGRAI, Daniele Macheda. Si tratta di un provvedimento rilevante seppure come riassunto organico e coordinato delle legislature nazionali. Gli articoli rilevanti sono il 4 e il 5 e, in particolare, merita attenzione il comma 4 dell’art. 5: “Gli Stati membri designano una o più autorità o organismi indipendenti al fine di monitorare la conformità ai paragrafi da 1 a 3”.
Mercoledì 7 giugno: il Secolo XIX mette una pulce nell’orecchio di Viale Mazzini: la convenzione con Sanremo per il prossimo Festival e cita una battuta di “Maurizio Caridi, segretario cittadino del Pd, che «si deve pensare ad una gara pubblica. Perché regalare due anni alla Rai?». Nessun commento dal sindaco”. Da ricordare che a gennaio scorso sembra sia stata già depositata una “manifestazione di interesse” da parte di soggetti non bene identificati. Per SergioRossi (crasi) una grana in più.
• Sul tema canone RAI interviene su La Stampa la presidente della Vigilanza Barbara Floridia giusto per preparare l’audizione di domani: “ Secondo lei il canone Rai deve restare nella bolletta? Può essere ridotto? «Alla Rai servono risorse certe, le modalità di acquisizione di queste risorse possono essere diverse: il canone può restare in bolletta o si può pensare a una fiscalità alternativa”. Già: fiscalità alternativa sarà il terreno minato dei prossimi mesi.
Giovedì 8 giungo, ore 08.06: inizia l’audizione di Marinella Soldi, Roberto Sergio e Giampaolo Rossi in Vigilanza RAI. Il buongiorno si vede dal mattino: la presidente della Commissione, Barbara Floridia, mette subito le cose in chiaro: “La RAI è un bene comune…” e fin qui tutti, o quasi, sono d’accordo. Poi si va sulle barricate con un solo punto: il canone. Nulla di nuovo: sono anni che si dibatte sempre sullo stesso punto. Questa volta ci sono novità: il Governo ha poche idee ma alquanto confuse. Una parte vorrebbe addirittura aumentarlo mentre un’altra parte da tempo vorrebbe abolirlo. All’audizione manca il terzo incomodo: il ministro Giancarlo Giorgetti che tutti vorrebbero incontrare ma lui non risponde nemmeno al telefono. “A nome della commissione di vigilanza ricordo che per noi il nodo delle risorse e dunque del canone resta un tema centrale. Abbiamo già chiesto l’audizione del ministro Giorgetti per avere una risposta univoca del governo di questo punto, ma siamo ancora in attesa di ricevere una risposta sulla sua disponibilità a venire in vigilanza”. Aspetteranno fiduciosi.
Per tutto il resto è solo noia: luoghi comuni e buone intenzioni come acqua fresca. Se non si sa cosa intende fare il Ministro sul canone, tutto il resto (contrato di servizio, piano industriale, investimenti, palinsesto etc) non si sa dove poggiare. Arrivederci alla prossima puntata (forse a settembre).
Venerdì 9 giugno. Ieri in Vigilanza RAI il “nuovo” DG Giampaolo Rossi ha dichiarato “Stiamo lavorando bene per garantire un pluralismo che spesso in passato nella Rai non c’è stato”. Oggi gli risponde Giovanna Vitale su Repubblica che riprende i dati dell’Osservatorio di Pavia: “Sono ormai otto mesi, dal giorno in cui si è insediata a Palazzo Chigi, che la destra manovra la pubblica informazione attraverso un’invasione sistematica dei principali notiziari come mai era accaduto prima”. Rincara la dose con un’intervista ad Antonio Nicita, senatore PD in Vigilanza RAI ed ex commissario Agcom”I dati sono chiari: una tale sovraesposizione del governo nei telegiornali Rai non si era mai verificata. Non vorrei che preludesse al tentativo di costruire una narrazione neo-sovranista della nostra cultura nazionale, da imporre al Paese”.
NB. Nelle settimane precedenti è stato audito il presidente AgCom, Giacomo Lasorella. Tutto già noto.
Venerdì 9 giugno, ore 12.18: conferenza stampa a Viale Mazzini per la presentazione dei palinsesti Intrattenimento Day Time. Attenzione: la Schlein non si è inventata nulla. L’armocromia in RAI è il nuovo must prima ancora che se ne parlasse su Vogue. Un anticipo lo aveva dato il “nuovo “DG” Rossi con la sua giacchetta rosa shocking e bottoni bianchi. Oggi ci ha pensato il nuovo direttore del “genere” Angelo Mellone: vedi ritrattino suIl Foglio di Carmelo Caruso, da incorniciare per raccontare ai nipotini: “Ciccio, questi (mocassini) me li sono fatti fare su misura da un calzolaio marchigiano. La giacca, come puoi vedere, è sartoria napoletana. Una robettina. Ho una collezione intera” Ipse Dixit!Nel merito grandi novità: “Informare, intrattenere, educare” cita (non molto convinta) la Fumarola su Repubblica. Tiremminnanz!!!
Venerdì 9 giugno, ora imprecisata … circa… il fior da fiore, i meglio fichi del bigonzo, il Parterre de Roi, si è attovagliato (si fa per dire) ieri, oggi e domani in masseria Li Reni (li spezzeranno???) di proprietà di Bruno Vespa come ormai avviene da quattro edizioni. Scandalo in Tv, ovvero al sole di RAI Uno? Anatema? Ricorso alla Corte Costituzionale? Codice etico RAI? Il CdA di Viale Mazzini chiede lumi all’AD??? Da che mondo è mondo Vespa fa e disfa indisturbato a suo piacimento. Oggi fa scandalo che ci sia andata la Meloni, Draghi no.
Sabato 10 e domenica 11 giugno: tra un Claudio Lippi che va (ovvero non arriva in RAI) e un Fiorello che fa pace con il Tg1 la settimana si conclude con gli ospiti di Vespa che tornano a casa felici e contenti. Giuseppe Conte però ha fatto la sua figura: sembra che Bruno Vespa si è indispettito per il suo atteggiamento poco conciliante.