Stiamo parlando del canone RAI. C’è da sperare che il sistema di riscossione resti quello che è, tornare alla raccolta fuori bolletta credo farebbe aumentare notevolmente l’evasione: se già in passato era valutata intorno al 30%, potrebbe andare al 50%. L’ipotesi della fiscalità generale potrebbe essere realistica in futuro, se accompagnata da maggiore responsabilità pubblica.
C’è da sperare che la destra non faccia peggio di quanto ha fatto la sinistra nell’applicare lo spoil system, che riguarda le persone ma anche le norme
Come tutti sappiamo la questione RAI è complicata perché le questioni in gioco sono tante e si intersecano con la carenza di una strategia politica sui media. Se ci pensiamo, è davvero curioso che la questione canone non vada appaiata a quella del Contratto di servizio. Come mai il Contratto di servizio non parla del canone? Dovrebbe essere il principale corrispettivo previsto dal Contratto.
Occupiamoci allora del Contratto di servizio, perché la sua scadenza è vicina. Ma non dimentichiamoci, nel prossimo futuro, della questione della governanceRAI e del problema delle infrastrutture di rete (tutte le reti, non solo le torri per il broadcasting).
Per quanto riguarda il Contratto di servizio, con alcuni amici di Infocivica e di Comunicazione Pubblica stiamo avviando la raccolta di adesioni associative a una lettera aperta che chiede sostanzialmente, nella prossima campagna per il rinnovo del Contratto di Servizio, trasparenza e coinvolgimento della opinione pubblica.
Distribuisco il testo, in bozza, dell’appello, che riporto di seguito.
(Bozza LETTERA-APPELLO sul CdS RAI)
Il Contratto di Servizio tra la RAI e il Governo definisce l’attività che la Società concessionaria svolge ai fini del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale. È il documento che sancisce gli obblighi del servizio pubblico della comunicazione, la cui scadenza era prevista a marzo 2023 ed è stata già prorogata al settembre prossimo. La scadenza ha subìto rinvii per il mancato insediamento della Commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI in questa legislatura, ma il confronto tra il Ministero competente e la RAI per il rinnovo (sulla base di linee guida emesse dall’AGCOM) è già iniziato, senza che molto se ne sappia e senza che nulla sia stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica, anche specialistica.
Per questa ragione, le Associazioni della società civile e professionali e i soggetti che promuovono e sottoscrivono questo appello ritengono che il nuovo Contratto di Servizio RAI debba essere portato all’attenzione dei cittadini e che diventi oggetto di dibattito e confronto trasparente tra i diversi operatori (sociali, professionali, tecnologici) che siano interessati a renderlo non solo uno strumento di orientamento dell’azienda, ma un indispensabile strumento della transizione digitale nel nostro paese. Infatti, il passaggio epocale in corso nel mondo della comunicazione, con l’ingresso impetuoso della Intelligenza Artificiale nella già tumultuosa rivoluzione o trasformazione digitale, impone al Paese di dotarsi di un moderno soggetto di comunicazione, informazione, coesione sociale, stimolo culturale e educativo, che sia al passo con i tempi e possa agire dando la massima produttività alle risorse investite.
I soggetti firmatari chiedono dunque:
- Trasparenza dei processi decisionali, attenzione dei media e avvio di un serio dibattito pubblico sul rinnovo del Contratto di Servizio, in modo che questo superi le passate routines e porti la RAI a un sollecito rinnovamento, estendendo, il più possibile, il suo sguardo e la sua offerta alle giovani generazioni.
- Il presupposto di “servizio pubblico” per la RAI divenga assolutamente prioritario, pur restando l’azienda una realtà che opera sul mercato della comunicazione digitale a tutto campo, passando dal concetto di “media digital company” a quello di “media digital company di servizio pubblico”.
- Alla rilevanza dei compiti affidati alla concessionaria corrisponda, contrattualmente, una valutazione, altrettanto seria ed oggettiva, di tutti i contributi pubblici necessari ad attuarli, anche attraverso l’individuazione di strumenti di misurazione e operativi che consentano il controllo, reciproco, della loro realizzazione.