La “politica” ha fatto un anno di scena muta risposte alle questioni poste dall’Amministratore Delegato RAI che, esclusa l’ipotesi usare la leva del debito, legava futuro e perimetro aziendale al recupero dell’intero canone e all’Abolizione della tassa di concessione.
Nel silenzio della “politica” tutta intera, sia quella al Governo allora sia quella, in gran parte coincidente, col Governo d’oggi, la Rai è privata dell’orizzonte di gestione e, qualsiasi scelta compia è una scelta cieca.
La maggioranza, o meglio la sua leadership, che ama brandire il tema del prestigio nazionale, ha per prima l’onere di esprimere un’idea forza ed un progetto di Servizio Pubblico Multimediale. L’Opposizione dovrebbe, senza precipitarsi nel talk show della Commissione di Vigilanza Parlamentare, sensibilizzare l’Opinione Pubblica sulle proprie idee di fondo. Dal pubblico confronto dovrebbe emergere quale spazio e quale senso possa e debba avere un Servizio Pubblico che riemerga dai rottami del pluralismo lottizzato e guadagni l’attenzione delle masse anziché svanire, come accade, nell’indifferenza generale.