Ora, i problemi sono due: il primo si riferisce alla nomina del prossimo Ministro dello Sviluppo Economico che dovrà intervenire direttamente sulle fasi successive di approvazione del Contratto. Le ultime notizie danno questa posizione in quota al partito di Berlusconi, dove sembra candidato Antonio Tajani che lascia bene intendere la rilevanza della partita (in subordine altro nome quotato è Alberto Barachini, ex presidente della Vigilanza Rai). L’ex ministro Giancarlo Giorgetti, autorevole esponente del partito che più si è speso in campagna elettorale per l’abolizione del canone Rai potrebbe essere dirottato verso la presidenza della Camera o, in subordine al MEF, l’altro dicastero chiave che impatta sul futuro del Servizio Pubblico. Quale mandato politico, progettuale e programmatico avranno i due nuovi ministri verso il verso la Rai? Nel momento in cui scriviamo è ancora tutto in trattativa.
Il secondo problema riguarda la Vigilanza Rai: una volta insediato il nuovo Parlamento ridotto di 300 scranni, si dovranno applicare i nuovi regolamenti di funzionamento: il Senato ha già provveduto mentre la Camera, in mancanza di consenso unanime, a luglio scorso ha deciso che saranno i nuovi eletti a scrivere le norme aggiornate. Sono previste significative novità: il numero delle Commissioni permanenti sarà ridotto da 14 a 10 e il numero dei componenti necessario a formare un gruppo sarà ridotto da 10 a 6. Una volta varato pure il nuovo regolamento della Camera si dovrà procedere alla formazione delle Commissioni bicamerali dove già è noto che la Vigilanza Rai passerà da 40 a 30. Ancora non è risolto il nodo politico: da chi sarà presieduta? Come saranno regolati i rapporti tra PD e M5S su questo argomento? La notizia del giorno è che per questa posizione il M5S ha espresso la sua richiesta di candidare l’ex ministro del MISE Stefano Patuanelli. Ancora presto per fare pronostici.
Questo il contesto entro il quale si dovranno scrivere i prossimi passaggi che porteranno al nuovo Contratto di Servizio e al successivo e subordinato Piano Industriale. Al momento, questi sono i documenti sui quali è fermo l’iter procedurale: a febbraio scorso il Cda Rai ha esaminato la prima bozza formale del nuovo Contratto articolato in quattro punti: la storia del CdS, il suo processo di scrittura, i contratti di servizio dei principali PSM europei e “linee guida: la visione Rai”. A pagina 7 del documento si legge che “Per farlo è necessario che il Contratto di Servizio venga costruito di pari passo col Piano Industriale, tenendo conto anche dei potenziali impatti collegati al PNRR, affinché questi strumenti strategici possano congiuntamente creare i presupposti per declinare puntualmente la missione di servizio pubblico e definirne la strategia” quando è noto che il Piano Industriale è un derivato del Contratto e non parallelo (vedi art. 25, let.u: “…: la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano industriale …”.
Per quanto riguarda invece i passaggi formali che si dovranno compiere, questo il crono programma:
· Il Consiglio dei Ministri delibera gli «indirizzi» al MISE
· AGCom definisce le linee guida (orientamenti) confinati agli indirizzi del MISE
· MISE e RAI, sulla base delle linee guida, redigono una prima bozza
· Ministro e C.d.A. approvano la bozza
· Il MISE trasmette la bozza alla Commissione di Vigilanza per un parere obbligatorio ma non vincolante
· MISE e RAI scrivono versione finale
· Ministro e C.d.A. approvano testo finale
Per quanto è noto, siamo solo al completamento delle prime due fasi con i rispettivi documenti proposti dal MISE (maggio scorso: https://www.mise.gov.it/images/stories/documenti/tv/Atto_di_indirizzo_18_maggio_2022_RAI.pdf ) e da AgCom (luglio scorso: https://www.agcom.it/documents/10179/27283847/Allegato+3-8-2022/98d16eff-7fe1-43ad-a888-653681b420cb?version=1.0 ).
Inoltre, per quanto riguarda invece il Piano Industriale valido per il prossimo triennio, siamo in grado di pubblicare un documento finora inedito presentato in Vigilanza Rai il 21 luglio scorso con il titolo “Piano Industriale 2023-25 e Focus sul Piano Immobiliare” (vedi https://cdn.gelestatic.it/repubblica/blogautore/sites/408/2022/07/rai-piano-industriale-immobiliare_compressed_compressed.pdf ) che, curiosamente, riporta un digital watermark de La Repubblica. Nella bozza di Piano vengono proposti i quattro obiettivi strategici:
- Essere universale e rilevante su tutta l’audience recuperando centralità sui target più giovani (under 55) massimizzando la qualità del prodotto 2. Trasformare Rai in un azienda più agile, flessibile e produttiva innovando le nuove modalità di lavoro, le tecnologie e le modalità di utilizzo dei dati. 3. Recuperare l’equilibrio economico e raggiungere la sostenibilità finanziaria 4. Costruire un’azienda sostenibile nel futuro riducendo l’impatto ambientale, favorendo l’inserimento di nuove competenze digitali e processi di innovazione continua. Seguono poi i tre concetti fondamentali: Il Piano Industriale si sviluppa attraverso: profonda trasformazione, valorizzazione delle risorse umane, visione di lungo periodo.
Giunti a questo punto, per il nuovo Governo si tratta anzitutto di mettere in sincronia Contratto di Servizio e Piano industriale che, per come hanno viaggiato finora (vedi Piano Immobiliare e, in parte, il processo di cessione di Rai Way) non sono sembrati affatto seguire lo stesso calendario. A Viale Mazzini hanno forzato la mano su alcuni aspetti del Piano (anche riferiti al precedente dell’ex AD Salini: vedi riorganizzazione per generi) forse consapevoli dei prevedibili tempi più lunghi del Contratto ma, in questo modo, prefigurando scelte strategiche che potrebbero anche non essere perfettamente compatibili con il Contratto (vedi, appunto, la cessione di Rai Way).
Come è facile immaginare, i tempi per attuare i passaggi successivi potrebbero non essere immediati ed è verosimile supporre che il nuovo Governo vorrà e potrà intervenire nel merito di quanto già definito. La domanda è molto semplice: quale Rai si vorrà costruire per il prossimo futuro, in vista pure del rinnovo della Concessione prevista per il 2027? Su quali strumenti normativi si dovrà reggere (riforma della Governance) e su quali risorse potrà contare? Tanto per intenderci: nei documenti che vi abbiamo proposto (vedi prima bozza Rai e successivamente AgCom) si parla di “ … assicurare una maggiore cogenza degli obblighi assunti nel Contratto di servizio, in particolare attraverso l’introduzione di obiettivi misurabili …” ovvero i cosiddetti KPI su quali le opinioni (nonché gli impatti su Rai) sembrano alquanto divergenti sia per quanto configurano una asimmetria tra Rai e i suoi competitors e sia per quanto non sono affatto specificati i parametri di misura degli stessi.