Abbiamo scritto nel precedente articolo che la prima pagina della nuova Agenda Meloni dovrà necessariamente essere dedicata al problema canone Rai. Infatti, è inderogabile che entro la fine dell’anno si dovrà decidere se proporre una deroga all’obbligo imposto da Bruxelles di riscuotere la tassa sulla televisione in maniera diversa da quella attuale oppure inventarsi una nuova modalità che nessuno oggi è in grado di immaginare quale possa essere. Per quanto è facile constatare, è alquanto verosimile che la scelta sarà obbligata e propensa alla proroga. Il risultato delle elezioni, peraltro, ha reso più problematica una soluzione condivisa almeno nell’area della maggioranza che formerà il nuovo Governo. Come noto, Salvini non ha mai nascosto la sua intenzione di abolire il canone Rai, cosa che però non fa saltare dalla gioia il suo alleato politico Berlusconi, diretto concorrente con la sua Mediaset che invece potrebbe avere tutto l’interesse a mantenere invariata la ripartizione attuale del mercato pubblicitario (vedi pure la recente revisione del TUSMAR).
In attesa che le acque politiche possano assestarsi e quindi far emergere i soggetti direttamente interessati (MISE, Economia e Vigilanza) vi proponiamo la lettura di un documento di grande interesse che è stato pubblicato a luglio scorso proprio a riguardo del tema canone: “HOUSE OF LORDS – Communications and Digital Committee – 1st Report of Session 2022 – Licence to change: BBC future funding”. Oggetto del documento è la ricerca delle possibili forme di finanziamento della BBC per i prossimi anni in relazione alla nuova mission che l’Azienda radiotelevisiva pubblica inglese dovrà assumere per essere in grado di affrontare le nuove sfide editoriali e tecnologiche imposte dal mercato.